Gustavo Rol. La testimonianza dell'illusionista Alexander

Riportiamo qui una interessante testimonianza dell'illusionista Alexander, uno dei quattro prestigiatori ad aver conosciuto Rol, insieme a Carlo Buffa di Perrero, Giuseppe Vercelli e Tony Binarelli. Se questi ultimi hanno avuto occasione di vedere gli esperimenti, ed emettere un giudizio positivo sulla loro autenticità (si veda la pagina "L'illusione degli illusionisti"), Alexander non avendoli invece visti ha sempre espresso una posizione neutrale, pur manifestando la sua stima e il suo affetto per Rol, che conobbe tramite Elda Rol, nonna del curatore di questo sito. Il 4 ottobre 2008, presso il Teatro Alfieri di Cagliari, nell'ambito di un convegno dedicato alla “magia” nelle sue più varie accezioni, Alexander ha raccontato un episodio inedito – tanto che ora la sua testimonianza non può più essere considerata neutrale – che è un classico esempio di quella “chiaroveggenza quotidiana” che era una delle caratteristiche tipiche di Rol, la cui frequenza e precisione può essere testimoniata da quanti ebbero la fortuna di frequentarlo abbastanza. Qui di seguito trovate i segmenti del convegno (si comincia a parlare di Rol a partire dal minuto 06:00 del video di sinistra) e la trascrizione di quanto racconta Alexander.


«Io Gustavo Rol l’ho conosciuto che era già anziano, Rol è morto che aveva novanta e fischia anni, e io avevo letto molti articoli che riguardavano Rol, i prodigi… – sapete di chi stiamo parlando? Gustavo Adolfo Rol,sensitivo… (lui si sarebbe arrabbiato, conoscendolo…) sensitivo, per capirci insomma. Uomo con delle capacità non comuni.

Ora, io nonostante le apparenze, sono piuttosto timido di natura, quindi pur abitando nella mia città, sapendo io dove abitava, mai sarei andato a… Però desideravo conoscerlo. Sapevo che un mio collega, Silvan, aveva cercato di conoscerlo, e lui non l’ha ricevuto e quindi avevo detto: figurati, farmi mandar via non ci vado.

Combinazione… ho conosciuto sua cugina, Elda, che era mia amica, che mi ha detto: “Ma vuoi conoscere Gustavo?”. Il giorno dopo ero a casa sua, e ho detto: ma guarda le cose come son facili.

Ora, quest’uomo, chi era? Immaginate un uomo alto circa un metro e novanta, molto alto, il vero torinese come si immagina da fuori, distintissimo, molto forbito, con degli occhi azzurrissimi. È indubbiamente un personaggio carismatico. Che uno creda che lui avesse dei poteri, chiamiamoli paranormali – non amo molto la parola, ma è per capirci – o non li avesse, indubbiamente è uno che non passava inosservato; che tu [lo] vedevi ed eri attratto, incuriosito – indubbiamente – da lui.

Quando ci trovavamo in casa sua, in via Silvio Pellico… Per cui siamo diventati amici… Io veramente avevo, ed ho, un grande affetto per Rol, lo ricordo veramente con un grandissimo affetto.

Io ho mai chiesto a Rol: “Mi faccia vedere, dottor Rol, uno dei suoi esperimenti”; per due motivi: uno, perché era anziano; due, perché ho detto: se vorrà farmelo vedere lo farà lui – per un fatto di delicatezza.

Fatto sta che io non ho mai visto un esperimento suo. Si parlava sempre dei Massimi Sistemi, della sua filosofia, dello Spirito Intelligente, della grondaia. Lui diceva: “Io sono la grondaia”. Cosa intendeva? La grondaia è quella che raccoglie l’acqua piovana…e dal tetto la porta giù, quindi un convogliatore, qualcuno che in qualche modo è visitato. Si prende questa energia – chiamiamola così – la veicolo e la do. Questo era come lui si vedeva.

Aveva dei poteri paranormali Gustavo Adolfo Rol? Io non avendoli visti, dicessi sì, così, vi direi una bugia, cerco di essere sincero il più possibile. Cosa io sento? Io sento… – poi ho conosciuto molte persone, amiche mie che ha visto cose… Però…le cose riferite vengono in qualche modo… aggiungono sempre dei particolari, non sai più veramente come si è svolta la cosa.

Io penso che avesse una marcia in più, sotto quell’aspetto, Rol, indubbiamente, e che riuscisse a fare qualcosa che forse la maggior parte delle persone non riusciva a fare. Ricorrendo a trucchi? Forse. Dopo il discorso che hai fatto tu [rivolto a uno dei relatori] dei filippini, che non importante il mezzo ma il risultato ottenuto, a questo punto potrei dire “anche”, non lo so. Senza trucco? Secondo me sì. Io posso narrarvi un solo episodio. Quando… una cosa avvenuta al telefono, era il periodo di Pasqua. Io telefono a Rol per salutarlo, e dico: “Come sta?” “Bene, e Lei?” Perché era un uomo… – abbiamo questa immagine di Rol, lo vedete sempre molto serio – era un uomo molto spiritoso nel privato, raccontava le barzellette in maniera meravigliosa.

Tra l’altro, è un’immagine che uno non ha di Rol, molto spiritoso, molto simpatico.

E lui mi dice… Io in quel momento avevo un piccolo problema, che era questo: avevo una causa di lavoro con un ex dipendente, l’unico dipendente che avevo. E in quel periodo se qualcuno era un datore di lavoro, e un altro era quello che aveva il lavoro…chiaramente il datore di lavoro perdeva sempre; questo si andava già sicuri… E io che ne avevo uno… non è che avessi una fabbrica.

Comunque lui mi telefona – non sapeva niente – e mi dice: “La sento un po’ preoccupato”. E fin lì… ci sono delle tecniche, il cold reading – non ci vuole molto, anche il body language, o altre cose, tu riesci a capire… Se vedi una persona messa così [mostra in che modo], non c’è bisogno che ti dica: “Son triste”, lo capisci, “c’è qualcosa che non va?” Noi rispecchiamo…

Ma io ero al telefono, il mio tono di voce forse era un po’ depresso, lui mi dice: “È preoccupato da qualcosa”. E fin lì ci può stare. Però lui mi ha detto: “Guardi, sento che la cosa che la preoccupa si risolverà molto positivamente”. E anche lì, ci può stare, può essere sì, può essere no, una possibilità du due. Ma la cosa che m’ha colpito – e credetemi, lo sapevo solo io – m’ha detto: “Lei tra qualche giorno andrà in tribunale”, ed era vero. “Guardi, questa persona… questa causa non la vincerà, etc.” e m’ha descritto allora la cosa come sarebbe andata a finire. Quello m’ha colpito, perché s’è svolta esattamente così la faccenda.

Ora sembra che io racconti una storia, però vedendo quali sono le mie posiziioni, per certi aspetti anche un po’ scettiche, credo di essere abbastanza credibile se lo dico io, no? (…) Questo ragionamento è per comunicarvi cosa? Che pur non avendo visto io nulla coi miei occhi di tutte le cose che si leggono di Rol – materializzazioni, apporti, letture in libri chiusi, il vaso buttato lì che svanisce nell’aria e lo trovi intatto al di là del muro sul balcone… Una mia amica a casa sua mi ha detto [che] la sua cassapanca – mentre erano qua che facevano … – si è spostata – una cassapanca che peserà duecento kili – da sola di sei metri lungo il pavimento. Sarà vero? Non lo so, non l’ho visto. Ma questa esperienza che vi dico l’ho vissuta io. Lui m’ha detto delle cose che non poteva sapere, e me le ha dette come se le conoscesse perfettamente. Valutate voi. Non so dare giudizi. Lascio aperto l’argomento. C’è solo il fatto dell’enorme affetto che io avevo per questa persona, e basta.»