- Mente & Cervello n° 4, Luglio Agosto 2003 - 

Il cervello in estasi
(estratto)

 di Rudig Braun

 

(...) Gruppi di neuroscienziati negli Stati Uniti e in Canada ritengono di aver trovato l'origine fisiologica anche delle esperienze mistiche e religiose che possono essere vissute durante la trance più profonda. Questo nuovo campo di ricerca porta il singolare nome di neuroteologia, e si propone di chiarire in dettaglio, con metodi sperimentali, le origini neuronali della religiosità. Il rappresentante più noto è il radiologo americano Andrew Newberg, dell'Università della Pennsyivania. Con una tecnica speciale, la tomografia computerizzata a emissione di fotoni singoli (SPECT), Newberg ha sottoposto a indagine buddisti e suore cattoliche con decenni di esperienza nella meditazione. Nell'interno dell'apparecchiatura per tomografia, i soggetti dovevano tirare una cordicella non appena provassero la sensazione di cadere in estasi o dì subire un'alterazione delle percezione spazio-temporale. Secondo i dati forniti dalla SPECT, durante l'esperienza di trance estatica risulta più attivo del normale il lobo frontale dei cervello, la regione cerebrale che regola, tra l'altro, la concentrazione e la pianificazione dell'agire. Nel lobo parietale destro, invece, che presiede alla capacità di orientamento spazio-temporale, l'attività delle cellule nervose è risultata fortemente diminuita. Il lobo parietale è, secondo Newberg, anche la regione cerebrale nella quale l'uomo concepisce l'idea di sé.

PURO SPIRITO INCORPOREO

In questo modo, si è potuta chiaramente rappresentare l'esperienza riferita dai partecipanti allo studio: essere svegli e concentrati e sentire ugualmente il corpo espandersi e diventare tutt'uno con il cosmo. Quando, durante la trance, si riduce l'attività dei lobi parietali, commenta Newberg, si perde la capacità di percezione del proprio corpo. La persona che medita si percepisce sostanzialmente come puro spirito incorporeo. Inoltre la meditazione accentua l'attività del sistema limbico, la regione dei cervello che associa sensazioni e pensieri. Questa correlazione chiarisce le emozioni forti provate durante le esperienze estatiche e, secondo Newberg, rappresenta anche lo stimolo per indagare simili condizioni.

Altri «neuroteologi», come il neuropsicologo americano Michael Persinger, della Laurentian University di Sudbury, in Canada, ritengono che anche alterazioni a livello dei lobi temporali possano originare esperienze estatiche. Nei suoi esperimenti egli applica dall'esterno forti magneti in corrispondenza delle opportune regioni cerebrali, ed è così ingrado di indurre nei soggetti esperienze mistiche: alcuni hanno la sensazione di essere sospesi, altri sperimentano un flusso di immagini e di visioni, altri ancora non sentono le voci reali o avvertono la presenza di una forza invisibile. La conclusione che i lobi temporali siano implicati nelle condizioni di alterazione della coscienza supporta e completa i risultati di ricercatori come Gruzelier. Perciò questa parte del cervello non è deputata solo alla comprensione e al linguaggio, ma permette anche di percepire oggetti, forme e visi e di correlarli a scene metaforiche: le visioni possono nascere da elaborazioni imperfette di elementi visivi. Probabilmente, per produrre estasi o trance devono essere ugualmente attive diverse aree dei cervello. Alcune delle regioni coinvolte sono state identificate, ma ora un arduo compito attende i ricercatori: mettere insieme tutti i pezzi del mosaico. Al termine di questo lavoro potremo dire di aver realmente compreso che cosa succede nel cervello durante l'ipnosi o un rituale di trance. Inoltre esso ci fornirà l'occasione di analizzare a fondo le capacità nascoste delle tecniche di trance e di utilizzarle a scopi terapeutici in modo più consapevole di quanto si sia fatto finora.