Mentalità, comportamenti e pratiche magiche nell'Europa contemporanea

di Massimo Introvigne*

tratto da "La Religione", tomo V, p. 455 - 456, UTET, 2001

 

...il pensiero magico viene spesso criticato dalla prospettiva del relativismo razionalista, secondo cui non è possibile sostenere l'esistenza di fenomeni che sfuggano alla prova scientifica e alla logica della causa e dell'effetto. (...) [Si] ritiene, semplicemente, che tutto quanto sfugge alla verità scientifica non possa «esistere» e quindi sia il risultato di trucchi o truffe, che possono essere smascherati già oggi o che comunque saranno smascherati in futuro. È questa la prospettiva dell'organizzazione di «scettici di professione» americana CSICOP (Committee for the Scientific Investigation of the Claims of the Paranormal), a cui si ispirano diverse organizzazioni analoghe europee come, in Italia, il CICAP. Queste organizzazioni hanno il merito di smascherare una grande varietà di truffatori «magici» - e i truffatori nel mondo della magia sono effettivamente comuni -, ma il loro limite sta nella concezione positivistica (e quindi relativistica) della scienza da cui partono, che sembra spesso ferma a modelli precedenti a Karl Popper. In una cultura dove la filosofia della scienza dubita che sia possibile «provare» o «verificare» anche gli assunti più semplici, immaginare di «provare» negativamente l'esistenza del preternaturale sembra veramente problematico sul piano dell'epistemologia. D'altro canto gli scettici di professione in genere non si limitano a criticare la magia, ma estendono la stessa critica anche alla religione: non negano soltanto i fenomeni dei maghi e dei medium, ma anche i miracoli di Lourdes e perfino quelli di Gesù Cristo descritti nei Vangeli, come dimostra anche solo una rapida scorsa al catalogo della loro principale casa editrice, la Prometheus Books di Buffalo. Queste critiche si fondano su una delle più tipiche conseguenze del relativismo, il riduzionismo, e immaginano che non esista nulla al di fuori di quanto si «vede» e si «tocca» (secondo una determinazione del «vedere» e del «toccare» che, per di più, appartiene ad una razionalità scientifica ormai superata), senza avvedersi che questa esclusione preconcetta del preternaturale e del soprannaturale richiede un atto di fede filosofico la cui natura non è ultimamente diversa da molti atti di fede religiosi o magici.

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[2003]

* Massimo Introvigne è un sociologo esperto di religioni che a suo tempo scrisse anche di Rol, cercando di interpretarne la «dottrina», sul quotidiano cattolico Avvenire e sull'Enciclopedia delle religioni in Italia. Purtroppo non avendo conosciuto Rol si è basato sulle scarse notizie che esistono, e se c'è qualcosa che è frammentario e distorto a proposito delle testimonianze su Rol, è proprio la sua «dottrina» - in realtà Rol non ha una «sua» dottrina -, tanto che infatti quasi tutti coloro che scrivono o parlano di lui lo definiscono mistero, nel senso profano, ciò a dimostrare che non si ha la minima idea di quali fossero le sue idee e conoscenze. Purtroppo Introvigne è stato influenzato nel suo giudizio dalle cose svianti scritte dalla giornalista Giuditta Dembech, le idee della quale non hanno niente a che vedere con quelle di Gustavo Rol, e da alcuni riferimenti fatti a Steiner e all'antroposofia che si trovano nelle sue lettere. Tuttavia, sebbene Steiner fosse apprezzato da Rol per i suoi tentativi di fondare una «scienza dello spirito», non rappresenta le basi su cui si è fondato il suo pensiero. Rol apprezzava l'antroposofia, così come apprezzava moltissime altre cose. Ma la «sua» dottrina si situa in ben altri luoghi, e non sono certo gli scritti exoterici finora pubblicati in grado di dire dove questi luoghi si trovino, anche se emerge incontestabile una «trasversalità» spirituale super partes che costituisce il vero indizio alla comprensione del «suo» Mistero.

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L'illusione degli Illusionisti