Tomatis

Non ha visto eppure parla

Regge

Non ha ascoltato eppure gli è stato
spiegato

Angela

Non parla
eppure ha visto

La cultura televisiva di Piero Angela lascia un po' perplessi

di Aldo Grasso

Sette - Settimanale del Corriere della Sera, luglio 2002

«Adesso finalmente sappiamo cos'è la "vera cultura" in Tv. Per anni ci siamo macerati (anche con libri), caricati di dubbi e ansie (anche con saggi), tormentati fra mille incertezze (anche con ricerche) senza cavare un ragno dal buco. Finalmente è arrivata l'illuminazione. La sola, vera, autentica "cultura" in Tv è quella di Piero Angela. E, ça va sans dire, quella di suo figlio Alberto. Chi l'ha detto? Naturalmente Piero Angela che, essendo la vera cultura in Tv non può che dire il vero. L'interessante affermazione è contenuta in un breve appunto che lo stesso Angela si è premurato di far arrivare al presidente della Rai Antonio Baldassarre e al Ministro Maurizio Gasparri, visto che i due si stanno confrontando sul nuovo "contratto di servizio", ovvero sulla nozione di Servizio pubblico e sul canone della Rai (il giochino, però, Angela lo aveva già fatto con Vincenzo Vita).

Per amor del cielo, la nuova Rai non dimentichi gli Angela, continui a farli lavorare e a trarne sapienza e intelletto! Ma la nozione che Piero Angela ha di "cultura televisiva" lascia piuttosto perplessi. Noi pensavamo, fino a ieri, che cultura fosse anche un bel film, un varietà riuscito, il racconto di un evento sportivo, un quiz intelligente, una canzone, persino una soap opera o una sitcom o una telenovela. Non solo presentare libri o mostrare documentari sugli animali comprati dalla Bbc. Tutte cose che invece fanno venire l'orticaria al povero Piero (salvo partecipare come ospite d'onore a modeste trasmissioni di varietà). È singolare, comunque, che uno che lavora per la Rai chieda alla Rai e al ministero di restringere la nozione di cultura ad alcune trasmissioni che, guarda caso, coincidono esattamente con le sue.

Nessuno discute la funzione divulgativa, ma Angela ormai è diventato una sorta di "luogo comune": della Tv intelligente, del razionalismo, della cultura, appunto. Abbiamo già avuto modo di scrivere che Angela, in tutti questi anni, non ha mai pronunciato il nome di Dio. E non per rispetto, non per non offendere altre religioni, ma semplicemente perché l'ipotesi Dio (un supremo creatore, non importa di quale credo) non rientra nei suoi orizzonti. Angela è persuaso, con pieno diritto, che la cultura scientifica, quella che discende dagli illuministi, sia implicitamente superiore a ogni altro tipo di conoscenza, perché è più precisa (in quanto registrazione di dati) e non si fa condizionare dalle credulità. Ma questa non è cultura, è ideologia.»

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L'illusione degli illusionisti

- 22 aprile 2003 -

Dopo questo imparziale commento sulle "aperture mentali" del buon Pierino, desideriamo solo citare un brano estratto da un analisi fatta da Massimo Manca, un prestigiatore (non ha conosciuto Rol) che aderisce al gruppo del Cicap (il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale, fondato da Piero Angela, che noi preferiamo chiamare Comitato Inquisitore per la Condanna delle Affermazioni sul Paranormale), quindi scettico, del quale tuttavia non possiamo che stimare una certa obiettività, in gran parte mancante ai suoi colleghi, sebbene anche lui non faccia alcun tentativo per esplorare altre possibilità che esulino dalla logica profana:

«Piero Angela e il prof. Tullio Regge ebbero il privilegio di poter vedere Rol in azione e, ahimè, non lo sfruttarono appieno. Da un lato, Angela assistette alle esibizioni senza essere in possesso di una vera preparazione tecnica, tanto da dovere ricorrere a consulenti esterni che non furono ovviamente in grado di ricostruire i giochi sulla base di un semplice racconto: dopo la serata con Rol Angela chiese al grande prestigiatore Arsenio di ripetere l'effetto e, scrive, Arsenio "rifece praticamente gli stessi esperimenti". Purtroppo, 'praticamente' in prestigiazione non significa nulla: l'effetto è assolutamente secondario: è il metodo che conta...; altrimenti, per quanto ne sappiamo, la carta potrebbe essere stata davvero indovinata con la forza del pensiero. L'introduzione al Viaggio nel mondo del paranormale contiene una frase certamente condivisibile: Questo non è un libro per coloro che vogliono credere. Ma per coloro che vogliono capire. Ahimè, alla fine del paragrafo di Rol io posso credere, sulla base del resoconto, che Rol nelle sue sedute facesse talvolta qualche movimento sospetto, ma certo è troppo poco per capire il modus operandi dei suoi effetti. D'altro canto, i resoconti di Tullio Regge, che si limita ad affermazioni vaghe come "mi fece le forzature dei prestigiatori", dando nel complesso l'impressione di essersi comportato come il tipico "spettatore scettico" noto a tutti gli artisti, che sta a guardare a braccia conserte e indispettito il prestigiatore pensando, e talvolta dicendo "Umpf, tanto sono tutti trucchi, fa' un po' mescolare a me, guarda un po' dove mi hanno portato", non sono purtroppo di grande utilità. E' un peccato che le poche volte che spettatori dotati di senso critico hanno potuto accedere al sancta sanctorum di Rol si siano limitati a liquidare la questione in modo superficiale senza potere o volere raccogliere dati che sarebbero stati utili alla comunità dei prestigiatori...etc, etc.» (tratto da Scienza & Paranormale, periodico scettico del Cicap, n° 47, Gen./Feb. 2003)

Quindi Angela&Regge sono bell'e che serviti dai loro stessi colleghi... Se poi qualcuno ci dicesse che Mariano Tomatis, un altro prestigiatore scettico del Cicap che non ha conosciuto Rol, si è sforzato, arrampicandosi sui vetri, a trovare improbabili evidenze che dimostrerebbero l'ipotesi illusionista, noi consigliamo, in primo luogo, di rileggersi bene quanto Manca ha scritto qui sopra, in secondo luogo replichiamo che tutte le sue speculazioni e quelle di coloro che la pensano come lui finiranno nella sottocategoria denominata "L'illusione degli illusionisti", la quale ci pare pertinente e calzante, e in terzo luogo che esiste una concreta testimonianza, e non solo parole, da parte dell'unico prestigiatore (oltre ad Alexander, che però non ha visto esperimenti) che abbia visto all'opera e conosciuto bene Gustavo Rol. Riproduciamo il passo già citato nella pagina degli esperimenti. Scrive il giornalista Maurizio Ternavasio (ved. Libri): [Carlo Buffa di Perrero] «è stato, insieme al padre, uno dei fondatori del circolo Amici della Magia, nonché amico di famiglia di Gustavo: le rispettive case di campagna, entrambe situate nella provincia torinese, distavano pochi chilometri l'una dall'altra. Tra le metà degli anni '60 e '70 capitava spesso che i due nuclei si ritrovassero a Cavour in casa Buffa o a San Secondo, in casa Rol, oppure nell'appartamento della sorella Maria, che abitava in corso Galileo Ferraris a Torino, per dare libero sfogo alle rispettive capacità, che pure avevano una base profondamente diversa».

[Dice Buffa:] «"Una sera da Maria, Gustavo chiese: 'Cosa vorresti che facessi a questo mazzo di carte?'. E io, di rimando, dopo averci pensato non poco, risposi: 'Desidero che tutte le carte risultino strappate'. È infatti risaputo che, al pari di una risma di carta, non è assolutamente possibile ridurre in tale stato un intero mazzo con un unico movimento, per di più in una frazione di secondo. Allora, dopo qualche istante, Gustavo ha preso il mazzo sigillato che aveva davanti a sé e me lo ha consegnato ancora chiuso all'interno della sua scatola originale affinché lo aprissi: ebbene, tutte le carte erano strappate a metà. Conoscendo a fondo i trucchi di questo tipo di giochi, sono certo che non si è trattato di un'illusione prodotta da un prestigiatore: nessuna tecnica di prestidigitazione può spiegare, avvalorare o rendere conto di un fenomeno del genere. Se da giovane ero un po' scettico su quello che si diceva sul suo conto, da allora mi sono completamente ricreduto».

Citiamo ancora il seguente passo del Buffa (ce ne sono anche altri), di modo che gli scettici ne prendano nota...«al cospetto di Gustavo, la mia attenzione era sempre ai massimi livelli, pronta a focalizzarsi su ogni più piccolo particolare. Tra l'altro in più di un'occasione sono stato incaricato, dal circolo magico di cui faccio parte, di smascherare chi dichiarava di avere poteri occulti, mentre invece era un semplice illusionista. E ovviamente questo non era il caso di Rol"».

Probabilmente gli scettici, se potessero, arriverebbero a sostenere che Gesù ha camminato sulle acque...stando in piedi in realtà su una tavola da surf! Infatti, dal momento che non è dimostrato "scientificamente" che si può camminare sull'acqua, ergo ci doveva per forza essere il trucco...Noi ci chiediamo cosa faranno, codesti scettici presuntuosi, il giorno in cui Gesù tornerà a completare la sua missione. Gli chiederanno di sottoporsi ai loro patetici controlli? Lo esorteranno, "per il bene della scienza", a mettersi a loro disposizione come un pupazzo o come una cavia da laboratorio? Gli sottoporranno un questionario psicoanalitico su cosa si prova ad essere una manifestazione del divino in viaggio premio sul pianeta Terra? Ma noi sappiamo cosa Egli dirà: «Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta». Stiano tranquilli, questi moderni miscredenti, che «il giorno in cui sorgerà l'Ora...saranno in preda alla disperazione»...

Tornando al presente, vorremmo infine fare un appello a Piero Angela affinché racconti esattamente tutto quanto ha visto nei suoi due incontri con Rol, non solo quello che ha scritto, (o meglio, romanzato) sul suo libro. Infatti noi sappiamo che ha omesso due o tre cosette che guarda caso, per come si sono svolte, dimostrano senza alcuna ombra di dubbio l'autenticità delle possibilità di Rol. Ci riferiamo a una certa telefonata negli Stati Uniti e ad alcuni autografi che Rol ha lasciato al giornalista...Non entriamo per ora nei particolari, perché vorremmo credere che non li abbia citati solo per smemoratezza o per esigenze editoriali di spazio...non certo per malafede...Ci attendiamo quindi una sua pronta e sincera risposta e confidiamo nella sua "apertura mentale"... Sarebbe un peccato che fossimo noi i primi a dare l'integrale versione dei fatti...anche perché finiremmo per giudicare ancora più severamente colui che già, per come ha affrontato il "caso Rol", ha dato prova di incontestabile pregiudizio.

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«Egli ha mentito su quanto mi ha veduto fare, nel modo che l'ha veduto fare e su quanto mi ha sentito dire. Io sono convinto che egli abbia agito col deliberato proposito di ditruggere in me la dimostrazione di tutto ciò che lo spirito umano può compiere quando si ispira a Dio. Tale comportamento mi fa pensare che egli in Dio non creda affatto, ma io lo attendo per quel giorno quando mi incontrerà nell'Aldilà e gli punterò contro il mio dito indice, non tanto per il dispiacere che può avermi procurato, quanto per l'avere, con il suo comportamento, chiuso quella porta che io avevo socchiuso alla Scienza». Gustavo Adolfo Rol (1986)

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- Per una opinione critica sul CICAP ed i gruppi ad esso analoghi, si può leggere un breve passo di Massimo Introvigne tratto dalla Encyclopédie des religions di Lenoir e Masquelier, una delle più serie ed aggiornate enciclopedie sulle religioni, tradotta anche in italiano.

- Per una ulteriore breve analisi critica dell'approccio scettico nei confronti di Rol, potete visitare la pagina Scetticismo Inversamente Proporzionale, così come l' intervento del dr. Carlo Buffa di Perrero alla conferenza del 12/06/2003.

- Aldo Grasso ha avuto occasione di difendere Rol, pur non conoscendolo, in occasione del centenario dalla nascita, nella sua rubrica periodica su Sette. L'articolo si intitola «A una serata con Piero Angela preferisco un giorno in casa Rol». Non possiamo che essere d'accordo...

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p.s. Altre testimonianze di prestigiatori che hanno conosciuto Rol sono emerse in questi anni, come quella di Tony Binarelli (vedi news 2007) e Giuseppe Vercelli (ascolta l'audio - dal documentario di M. Bonfiglio, per sua gentile concessione, ottobre 2005). Buffa di Perrero ha poi ribadito ancora quanto raccontato nel 2003, per esempio nell'ambito di una trasmissione televisiva su una rete locale piemontese, ottobre 2004 (audio).

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Tratto da: news2009

È appena stata pubblicata su YouTube una interessante testimonianza dell'illusionista Alexander, uno dei quattro prestigiatori ad aver conosciuto Rol, insieme a Carlo Buffa di Perrero, Giuseppe Vercelli e Tony Binarelli. Se questi ultimi hanno avuto occasione di vedere gli esperimenti, ed emettere un giudizio positivo sulla loro autenticità, Alexander non avendoli invece visti ha sempre espresso una posizione neutrale, pur manifestando la sua stima e il suo affetto per Rol, che conobbe tramite Elda Rol, nonna del curatore di questo sito. Il 4 ottobre 2008, presso il Teatro Alfieri di Cagliari, nell'ambito di un convegno dedicato alla “magia” nelle sue più varie accezioni, Alexander ha raccontato un episodio inedito – tanto che ora la sua testimonianza non può più essere considerata neutrale – che è un classico esempio di quella “chiaroveggenza quotidiana” che era una delle caratteristiche tipiche di Rol, la cui frequenza e precisione può essere testimoniata da quanti ebbero la fortuna di frequentarlo abbastanza. Qui di seguito trovate i segmenti del convegno (si comincia a parlare di Rol a partire dal minuto 06:00 del video di sinistra) e la trascrizione di quanto racconta Alexander.


«Io Gustavo Rol l’ho conosciuto che era già anziano, Rol è morto che aveva novanta e fischia anni, e io avevo letto molti articoli che riguardavano Rol, i prodigi… – sapete di chi stiamo parlando? Gustavo Adolfo Rol,sensitivo… (lui si sarebbe arrabbiato, conoscendolo…) sensitivo, per capirci insomma. Uomo con delle capacità non comuni.

Ora, io nonostante le apparenze, sono piuttosto timido di natura, quindi pur abitando nella mia città, sapendo io dove abitava, mai sarei andato a… Però desideravo conoscerlo. Sapevo che un mio collega, Silvan, aveva cercato di conoscerlo, e lui non l’ha ricevuto e quindi avevo detto: figurati, farmi mandar via non ci vado.

Combinazione… ho conosciuto sua cugina, Elda, che era mia amica, che mi ha detto: “Ma vuoi conoscere Gustavo?”. Il giorno dopo ero a casa sua, e ho detto: ma guarda le cose come son facili.

Ora, quest’uomo, chi era? Immaginate un uomo alto circa un metro e novanta, molto alto, il vero torinese come si immagina da fuori, distintissimo, molto forbito, con degli occhi azzurrissimi. È indubbiamente un personaggio carismatico. Che uno creda che lui avesse dei poteri, chiamiamoli paranormali – non amo molto la parola, ma è per capirci – o non li avesse, indubbiamente è uno che non passava inosservato; che tu [lo] vedevi ed eri attratto, incuriosito – indubbiamente – da lui.

Quando ci trovavamo in casa sua, in via Silvio Pellico… Per cui siamo diventati amici… Io veramente avevo, ed ho, un grande affetto per Rol, lo ricordo veramente con un grandissimo affetto.

Io ho mai chiesto a Rol: “Mi faccia vedere, dottor Rol, uno dei suoi esperimenti”; per due motivi: uno, perché era anziano; due, perché ho detto: se vorrà farmelo vedere lo farà lui – per un fatto di delicatezza.

Fatto sta che io non ho mai visto un esperimento suo. Si parlava sempre dei Massimi Sistemi, della sua filosofia, dello Spirito Intelligente, della grondaia. Lui diceva: “Io sono la grondaia”. Cosa intendeva? La grondaia è quella che raccoglie l’acqua piovana…e dal tetto la porta giù, quindi un convogliatore, qualcuno che in qualche modo è visitato. Si prende questa energia – chiamiamola così – la veicolo e la do. Questo era come lui si vedeva.

Aveva dei poteri paranormali Gustavo Adolfo Rol? Io non avendoli visti, dicessi sì, così, vi direi una bugia, cerco di essere sincero il più possibile. Cosa io sento? Io sento… – poi ho conosciuto molte persone, amiche mie che ha visto cose… Però…le cose riferite vengono in qualche modo… aggiungono sempre dei particolari, non sai più veramente come si è svolta la cosa.

Io penso che avesse una marcia in più, sotto quell’aspetto, Rol, indubbiamente, e che riuscisse a fare qualcosa che forse la maggior parte delle persone non riusciva a fare. Ricorrendo a trucchi? Forse. Dopo il discorso che hai fatto tu [rivolto a uno dei relatori] dei filippini, che non importante il mezzo ma il risultato ottenuto, a questo punto potrei dire “anche”, non lo so. Senza trucco? Secondo me sì. Io posso narrarvi un solo episodio. Quando… una cosa avvenuta al telefono, era il periodo di Pasqua. Io telefono a Rol per salutarlo, e dico: “Come sta?” “Bene, e Lei?” Perché era un uomo… – abbiamo questa immagine di Rol, lo vedete sempre molto serio – era un uomo molto spiritoso nel privato, raccontava le barzellette in maniera meravigliosa.

Tra l’altro, è un’immagine che uno non ha di Rol, molto spiritoso, molto simpatico.

E lui mi dice… Io in quel momento avevo un piccolo problema, che era questo: avevo una causa di lavoro con un ex dipendente, l’unico dipendente che avevo. E in quel periodo se qualcuno era un datore di lavoro, e un altro era quello che aveva il lavoro…chiaramente il datore di lavoro perdeva sempre; questo si andava già sicuri… E io che ne avevo uno… non è che avessi una fabbrica.

Comunque lui mi telefona – non sapeva niente – e mi dice: “La sento un po’ preoccupato”. E fin lì… ci sono delle tecniche, il cold reading – non ci vuole molto, anche il body language, o altre cose, tu riesci a capire… Se vedi una persona messa così [mostra in che modo], non c’è bisogno che ti dica: “Son triste”, lo capisci, “c’è qualcosa che non va?” Noi rispecchiamo…

Ma io ero al telefono, il mio tono di voce forse era un po’ depresso, lui mi dice: “È preoccupato da qualcosa”. E fin lì ci può stare. Però lui mi ha detto: “Guardi, sento che la cosa che la preoccupa si risolverà molto positivamente”. E anche lì, ci può stare, può essere sì, può essere no, una possibilità du due. Ma la cosa che m’ha colpito – e credetemi, lo sapevo solo io – m’ha detto: “Lei tra qualche giorno andrà in tribunale”, ed era vero. “Guardi, questa persona… questa causa non la vincerà, etc.” e m’ha descritto allora la cosa come sarebbe andata a finire. Quello m’ha colpito, perché s’è svolta esattamente così la faccenda.

Ora sembra che io racconti una storia, però vedendo quali sono le mie posiziioni, per certi aspetti anche un po’ scettiche, credo di essere abbastanza credibile se lo dico io, no? (…) Questo ragionamento è per comunicarvi cosa? Che pur non avendo visto io nulla coi miei occhi di tutte le cose che si leggono di Rol – materializzazioni, apporti, letture in libri chiusi, il vaso buttato lì che svanisce nell’aria e lo trovi intatto al di là del muro sul balcone… Una mia amica a casa sua mi ha detto [che] la sua cassapanca – mentre erano qua che facevano … – si è spostata – una cassapanca che peserà duecento kili – da sola di sei metri lungo il pavimento. Sarà vero? Non lo so, non l’ho visto. Ma questa esperienza che vi dico l’ho vissuta io. Lui m’ha detto delle cose che non poteva sapere, e me le ha dette come se le conoscesse perfettamente. Valutate voi. Non so dare giudizi. Lascio aperto l’argomento. C’è solo il fatto dell’enorme affetto che io avevo per questa persona, e basta.»