FEBBRAIO 2014
Questo è l'ultimo aggiornamento del vecchio sito, in rete da 14 anni. A partire dal 2014 le news continuano sul nuovo sito rinnovato in grafica e contenuti, al link
: gustavorol.org/index.php/it/news

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GENNAIO 2014
Il 28 gennaio abbiamo deciso finalmente di sviluppare la pagina di Facebook dedicata a Gustavo A. Rol ( facebook.com/Gustavo.A.Rol ) in rete dal 2011 ma mai sfruttata. Servirà da importante complemento interattivo e dinamico a questo sito, potendo ospitare nuove testimonianze, racconti e opinioni. 

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NOVEMBRE 2013
Per chi avesse perso il numero di settembre della rivista Mistero, di cui informiamo qui sotto, con l'articolo su Gustavo A. Rol e una intervista al curatore di questo sito, lo può leggere qui.

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Il giornalista Maurizio Ternavasio, autore di due libri su Gustavo Adolfo Rol (il primo molto mediocre, il secondo invece piuttosto valido – si veda nei Libri) ha pubblicato di recente un romanzo giallo ambientato a Torino (L'enigma del Monte dei Cappuccini, Araba Fenice, 2013) dove compare frequentemente la figura di Rol come mentore dell'investigatore.

Ternavasio

Senza entrare nel merito della trama, desideriamo solo dire che il ritratto di Rol è piuttosto fedele al personaggio e non ci sono travisamenti, rallegrandoci del fatto che Ternavasio, pur non avendolo conosciuto, abbia assorbito dai racconti dei testimoni un identikit molto prossimo al vero. Per fortuna.

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OTTOBRE 2013
A giugno avevamo inaugurato un canale YouTube. Con un po' di ritardo abbiamo cominciato a dotarlo di contenuti, caricando numerosi filmati televisivi ancora inediti sul web, da noi registrati a suo tempo o successivamente rintracciati; abbiamo poi riunito tra i "preferiti" quanto già si trovava in rete (e che, occorre dirlo, per gran parte di essi avremmo potuto caricarli noi molto prima di altri se non fosse stato per questioni di copyright e amicizie personali). Nelle prossime settimane provvederemo ad aggiungere altro materiale.

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Sulla rivista di fumetti Linus del mese di ottobre il fumettista e illustratore Sergio Ponchione dedica due tavole a una storia in cui fa la sua comparsa anche Gustavo A. Rol. La terza immagine è invece il promo, risalente a dicembre 2012, del progetto di un romanzo a fumetti dove Rol sarà comprotagonista. Ne attendiamo gli sviluppi, certi che il personaggio Rol sia un soggetto ideale anche per storie di questo tipo. In fondo, i fumetti classici sono quelli dei supereroi...

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SETTEMBRE 2013
Continua il nostro impegno per contribuire a far conoscere oltre i confini nazionali la vita straordinaria di Gustavo A. Rol. Dopo la versione inglese de L'Uomo dell'Impossibile, pubblichiamo ora quella in spagnolo: El extraordinario Gustavo Rol. Experimentos, prodigios y milagros del más enigmatico Maestro Espiritual del siglo XX (disponibile inizialmente qui).

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Il numero di settembre della rivista "Mistero", tratta dall'omonimo programma di Italia 1, dedica un articolo a Gustavo Adolfo Rol curato da Ade Capone, l'autore di Indagine sull'aldilà. Vita oltre la vita (Priuli & Verlucca, 2013), con una intervista allo scrivente Franco Rol.

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AGOSTO 2013
Un ritratto di Gustavo A. Rol ha fatto la sua comparsa – in mezzo ad altri volti noti del XX e XXI secolo – presso il controverso Museo di Arte Contemporanea Demeure du Chaos dell'artista francese Thierry Ehrmann, fondatore di Artprice, rivista leader del mercato internazionale dell'arte su Internet.

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GIUGNO 2013
Il 20 giugno 2013 ricorrono i 110 anni dalla nascita di Gustavo Adolfo Rol. In occasione di questa ricorrenza, siamo lieti di annunciare la versione inglese del nostro studio L'Uomo dell'Impossibile (disponibile qui). Si tratta in un certo senso di un vero e proprio evento, dal momento che non esistono pubblicazioni su Gustavo A. Rol che non siano in italiano. Stava d'altronde diventando sempre più pressante la necessità di far conoscere anche al pubblico straniero la straordinaria biografia di Rol, e c'erano davvero poche speranze di vedere – nel contesto dell'attuale crisi economica e nello specifico di quella editoriale – iniziative volte in tale senso da chi non fosse, come chi scrive, ampiamente motivato ad intraprenderle. E la motivazione evidentemente è la riconoscenza per ciò che Gustavo Rol ha fatto per il suo prossimo e per la difesa di una superiore visione spirituale della vita.

A differenza del testo italiano, quello inglese presenta una introduzione diversa (potete leggerla in italiano qui), scritta appositamente per il pubblico straniero ed è una sorta di sintesi biografica e dottrinale, essenziale per contestualizzare l'antologia dei prodigi che segue, la quale tra l'altro reca 27 episodi in più rispetto all'italiana (raccolti a partire da novembre 2012 fino a giugno 2013), e che saranno poi integrati nella seconda edizione di quest'ultima. Non abbiamo invece ritenuto al momento di inserire tutte le appendici originali, ma solo la prima riguardante la previsione dell'incidente aereo del conte Cini nel 1949. Sono state adattate anche le tavole al fondo, così come il titolo, che invece di essere Man of Impossibile (che per varie ragioni non abbiamo ritenuto appropriato), è The Unbelievable Gustavo Rol, ovvero L'eccezionale Gustavo Rol (o anche Lo straordinario, L'inconcepibile, etc.). Vi è qualche similitudine, anche per la scelta della foto di copertina (ora parte del nostro archivio), con Rol l'incredibile (che sarebbe “Rol the Incredible”) di Renzo Allegri, libro che Rol non aveva apprezzato, ma contenuti, contestualizzazione e il fatto che Rol non sia più in vita ne sancisce le distanze. Il sottotitolo invece è: Experiments, wonders and miracles by the most enigmatic Spiritual Teacher of the Twentieth Century (Esperimenti, prodigi e miracoli del più enigmatico Maestro Spirituale del Ventesimo Secolo). Buon compleanno Gustavo...

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Abbiamo aperto un canale YouTube (Franco Rol) con lo scopo di intervenire nei commenti ai video su Gustavo A. Rol che sono stati e che verranno pubblicati. In particolare, intendiamo controbattere alle illazioni di vari cani sciolti – ma accomunati tutti dallo stesso intento demolitore – che nascosti dietro l'anonimato ripropongono "pavlovianamente" (scusate il neologismo) le loro tesi illusionistico-materialiste, non conoscendo o facendo finta di non conoscere i fatti concreti e le testimonianze molteplici (anche di prestigiatori) che non lasciano dubbi circa l'autenticità della fenomenologia di Gustavo A. Rol. In questo canale inoltre potremo eventualmente pubblicare dei documenti dal nostro archivio, soprattutto audio, nel qual caso lo segnaleremo anche in queste pagine.

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APRILE 2013
Nel riordinare il nostro archivio abbiamo ritrovato un interessante documento audio – che anni or sono ci fece pervenire M. Bonfiglio – una breve intervista del giornalista Gianni Minà a Rol in diretta televisiva, risalente al 1983 o 1984 (non sappiamo la data precisa), nell'ambito del programma Blitz, su Rai Due. Potete ascoltarne i brani salienti nei files seguenti:

Rol e Minà - 1
Rol e Minà - 2
Rol e Minà - 3

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MARZO 2013
È stata pubblicata una nuova monografia: Gustavo Rol. Il mio primo Maestro (Psiche, Torino, 2013) di Carla Perotti, giornalista e scrittrice laureata in filosofia, fondatrice nel 1958 dell'Associazione culturale Italo-Indiana Sadhana a Torino e insegnante di Yoga per oltre 50 anni.

Figlia di un caro amico di Gustavo Adolfo Rol, il dott. Enrico Vecchia, che fu anche il suo medico personale per molti anni, la Perotti con stile semplice ma efficace racconta la sua personale esperienza di testimone di quello che lei chiama “il suo primo Maestro”, colui che aprì il suo cammino spirituale negli anni giovanili e rimase per tutta la vita un punto di riferimento. A differenza di altri testimoni autori di libri su Rol, l'autrice ha una solida base sia teorica che pratica di cosa sia la vera “spiritualità”, e non è un caso che si sia indirizzata allo yoga... Oltre alla sua testimonianza, c'è anche la sua interpretazione di come collocare Rol in una giusta prospettiva metafisica, così come ci sono anche vari riferimenti alle tradizioni spirituali sia orientali che occidentali. Ritroviamo riferimenti (soprattutto nel cap. XVIII, El-Khidr e il colore verde) che anche noi a suo tempo avevamo segnalato ne Il simbolismo di Rol (libro che l'autrice cita in bibliografia).

Un fatto curioso di questo libro è che noi ne ricevemmo una bozza avanzata, tramite Remo Lugli (a cui l'autrice l'aveva fatta pervenire) nell'ottobre 2012. Conoscevamo la Perotti di nome e negli anni passati ci eravamo proposti di contattarla, ma per varie circostanze la cosa non si era realizzata.

Le ultime righe della bozza terminavano così:
«[Il giorno successivo ad aver terminato la bozza del libro] telefonai a Gilda Provera, che non avevo mai incontrato ma sapevo di essere figlia di Aldo, un signore che avevo conosciuto sul campo di golf della Mandria e che era stato il curatore testamentario di Gustavo. Mi ero sempre sentita vicina a questo signore, lo avevo sempre sentito appartenere alla dimensione metafisica della vita. Mi sembrò naturale rivolgermi a sua figlia per chiedere se avesse delle fotografie di suo padre insieme a Gustavo e ad altri amici. Tutte quelle della mia famiglia erano andate perdute nel corso di un trasloco (…). [Il giorno dopo] venne la telefonata di Gilda: nell’armadio di suo padre aveva trovato una trentina di fogli, scritti preziosi della maturità di Gustavo. Ve li offriamo come parole giunte fino a me da una dimensione lontana, manifestazione di una coscienza sublime. Essi erano preceduti da uno scritto del nipote, colmo di sensibilità e di amore. Abbiamo invano cercato di rintracciarlo».

Chiedendoci chi fosse questo “nipote” e quale fosse il contenuto dei fogli in questione, scrivemmo alla Perotti, di cui scoprimmo il sito solo allora, ma non ricevemmo risposta. Dopo una decina di giorni contattammo Gilda Provera, la quale ci disse che nell'armadio del padre aveva trovato un libricino con la copertina verde... che noi avevamo regalato ad Aldo nel 1999. Scoprimmo quindi che il “nipote“ era lo scrivente (in realtà cugino) e che gli scritti di Rol erano suoi pensieri e insegnamenti che all'epoca avevamo radunato (prima che uscisse “Io sono la grondaia”).

Siamo rimasti sorpresi che la Perotti non sia riuscita a entrare in contatto con noi e noi con lei! Tanto più che il libro è poi andato in stampa con la frase seguente: «Essi erano preceduti dallo scritto di un parente, Franco Rol, ma ho cercato invano di rintracciarlo» (pp. 133-134). E pensare che anche chi scrive, molti anni or sono, giocava a golf alla Mandria, ma non ha mai conosciuto la Perotti né sapeva che giocava lì!

Ad ogni modo, da quella bozza potemmo estrarre alcuni episodi significativi che inserimmo nel nostro L'Uomo dell'impossibile (III-29, XVI-31, XXXIV-64, XXXV-31bis e 69), poco prima di pubblicarlo a novembre 2012.

La Perotti ha poi aggiunto altri capitoli prima della stampa, nei quali troviamo ad esempio un inedito episodio di tunnelling: «[Testimoni] lo videro entrare in una cascina attraverso il muro, senza dover aprire la porta» (p. 146).

Desideriamo riportare alcuni estratti interessanti, il primo dei quali inizialmente ci sorprese, ma poi ne comprendemmo i risvolti:

«Ho impiegato tre anni prima di accettare di scrivere questo libro. La mia esitazione è probabilmente dovuta al fatto che Gustavo manifestò sempre una resistenza nei confronti delle mie pratiche di Yoga, e io cominciai a sentirmi infastidita dalla sua resistenza. Quando accade che una convinzione profonda non sia condivisa, ci si sente in esilio. (…). Per un paio d’anni i nostri incontri ebbero dunque qualcosa di formale, poi venne il mio matrimonio (…). A questo punto telefonai a Gustavo, gli chiesi di incontrarci al Caffè Florio, ci guadammo negli occhi sorridendo e lui entrò in scena come se conoscesse perfettamente tutta la storia del mio cammino» (pp. 47-49).

Abbiamo ampiamente insistito in più di una occasione che il “segreto” di Rol è riconducibile allo Yoga... Ora queste dichiarazioni sembrano contraddirlo. Cronologicamente, questa (apparente) resistenza di Rol si riferisce al periodo a cavallo tra gli anni '40 e '50 (a cui fa riferimento praticamente tutta la testimonianza dell'autrice). Qualche pagina più avanti, la Perotti scrive tuttavia che da parte di Rol successivamente «la mia pratica di yoga era stata finalmente accettata» (p. 73).

Diciamo solo che quella iniziale resistenza aveva a che vedere con lo stadio spirituale della Perotti, e non con le opinioni reali di Rol. Un Maestro cerca in genere di indirizzare l'allievo nelle direzioni migliori, a seconda del momento, per contribuire al suo sviluppo spirituale.

Tanto che oggi la Perotti sa come qualificare Rol (cosa che da giovane non era in grado di fare): «Se Gustavo fosse ancora sulla terra, oggi tutti capirebbero che egli era un maestro occidentale, un Krishnamurti di Torino» (p. 106).

Ecco altri brani interessanti: «Sulla terra il suo modo di guardare una persona non era cosa di occhi. Proveniva da lontano, e recava con sé l’intensità di un’altra latitudine. A volte immaginavo che la sua testa fosse molto più grande, e che lo sguardo mi venisse incontro dopo avere percorso chilometri astrali, senza misura. Portava con sé il fuoco dell’origine, del vulcano sotterraneo in cui lo Spirito intelligente manovrava il suo mantice. Faceva bene essere guardati da lui. Agiva come un argano, estraeva le persone dall’ovvio, dal fango del nulla, le nobilitava. Ma anche coloro che erano già cresciuti, che avevano un’anima bella, pulita, salivano ancora un gradino» (p. 31).

«Confessò che era deluso dal fatto che la gente gli ponesse sempre le stesse domande sugli spiriti, gli apporti, i fenomeni della sua pittura, e non valicasse mai il confine di una domanda che restava puramente mondana. “A volte mi pare di aprire le braccia, persino di gridare, ma non accade nulla. Le persone si arrestano di fronte allo spettacolo, non si chiedono chi sia veramente il burattinaio, o che cosa ci sia nella mia anima. Il cervello della gente è così fortemente condizionato da non offrire spazio a ciò che va oltre il fondale della scena. Sembra di vivere in un mondo di ciechi”» (p. 61).

«L’intelligenza razionale è una bellissima cosa, ma é la sapienza del cuore a farci crescere interiormente. Gustavo diceva che lo Spirito intelligente non abita il cervello, ma il cuore» (p. 38).

«Un giorno Gustavo mi disse che il cervello ospita tutte le memorie che abbiamo accumulato» (p. 53).

E per finire, giusto per confermare quanto abbiamo sempre sottolineato: «lui fu sempre avverso all’idea della reincarnazione» (p. 55).

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Sul canale Rai Storia è andato in onda il 5 marzo il documentario “Ho visto cose”, realizzato nel 2011 da Chiara Pacilli e Maurizio Tedesco. Il soggetto è la “Torino magica", con particolare attenzione alla figura di Gustavo Rol. Il documentario venne presentato al Festival del Cinema di Roma nel novembre 2011. Qui di seguito, la parte che riguarda Rol.


"Ho visto cose" - short version (Gustavo Rol)

Non possiamo ovviamente esimerci dal fare commenti, e questo perché la semplice riproduzione acritica delle testimonianze su Gustavo Rol per una ragione o per l'altra non gli reca mai giustizia come si deve.

Vediamo intanto di estrapolare cosa c'è di inedito, molto poco per la verità:

1) Lorenzo Ventavoli, distributore cinematografico:
«Il mio professore di latino e greco, che era un prete, era amicissimo di Rol. Don Andrea Bava, al quale sono stato legatissimo, soprattutto dopo il liceo, eravamo tutti e due appassionati di Opera, e quando ogni tanto lo portavo in giro a sentire delle opere, lui mi raccontava l’ultimo incontro con Rol, tutto convinto, entusiasta, ecc.. E io dicevo: “Ma, scusi don Bava, tutto questo non crea qualche problema? Qui c’è una nuova autorità per aria oltre che al Padreterno”, e lui: “Ma cosa dici? Ma non dir ste cose!” ecc.” … Lui era entusiasta del rapporto con Rol».
(Su Don Andrea Bava, cfr. L’Uomo dell’Impossibile, I-78b, IV-17, XXXV-66)

Giuditta Miscioscia:
2) «Vengo portata al suo cospetto, avevo 17/18 anni circa. Io pensavo di vedere questo mago, che volassero delle cose, i tavoli che andavano, pensavo che questa cosa avvenisse. “Allora, cosa vorresti sapere?” “Devo dare degli esami, volevo sapere se gli esami andassero bene”. Allora mi disse: “Vai in libreria, prendi un libro… e poi vieni qua”. Io prendo un libro a caso, e mi dice: “Apri”. Apro, e lui mi disse – e questo me lo ricorderò [sempre]: “Pagina 127?” “Pagina 127”. “Cosa dicono le prime frasi?” “Studia, per poter aver un 28 o un 29”».

3) «In casa sua andavano Capi di Stato. Avevo visto Kennedy e la signora uscire in lacrime, perché disse: “Non posso dirti di più di quanto il color del sangue coprirà il tuo corpo”. E lui era un po’ frastornato perché era a metà del suo mandato. E dice: “Non capisco, non capisco questo”. La moglie nel frattempo chiese: “E io?”. E lui disse: “Le tue mani si sporcheranno tanto di sangue”. Tanto vero che in quel momento si pensò – e io pensai – una cosa orribile: uccide il marito e se ne va».

Queste due testimonianze di Giuditta Miscioscia sono piuttosto ambigue. A noi risulta che abbia conosciuto Rol a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 (presumibilmente 1969-1971) presentata dalla nonna dello scrivente, Elda Rol, che la conobbe nel 1967 per mezzo di Aldo Provera, il quale l’aveva conosciuta poco prima. La Miscioscia è nata nel 1942. A 18 anni – dice lei – avrebbe conosciuto Rol, ovvero nel 1960, lo stesso anno in cui fu eletto Kennedy. Il quale, sempre secondo il racconto, sarebbe stato a casa Rol a Torino «a metà del suo mandato», ovvero intorno al giugno 1962.

Vi sono almeno tre elementi che intendiamo qui contestare (ve ne sono altri per ora irrilevanti), e che sono:
1) che la Miscioscia abbia conosciuto Rol in quel periodo, mentre a noi risulta almeno 10 anni dopo;
2) che John F. Kennedy sia stato a casa Rol a Torino;
3) che la Miscioscia fosse presente a quell’incontro;

Il men che possiamo dire è che siamo alquanto perplessi (su G. Miscioscia e i rapporti con Rol e la nostra famiglia, cfr. il nostro Il simbolismo di Rol, pp. 58-63(terza edizione)).
Noi crediamo invece che quanto da lei raccontato le sia stato riferito, se non dallo stesso Rol, forse dalla nonna di chi scrive, Elda. In primo luogo, perché dovunque Rol abbia incontrato Kennedy, di certo non avrebbe ammesso all’incontro una “ragazzina” di vent’anni… In secondo luogo, perché non risulta che John F. Kennedy sia mai stato a Torino (nel suo unico viaggio in Italia da Presidente (1-2 luglio 1963) era stato solo a Roma, a Napoli e sul lago di Como). La sostanza del colloquio è probabilmente vera, ma – salvo che noi possiamo essere smentiti da documenti dei servizi segreti – le circostanze sono riconducibili alla probabile visita di Rol a Bellagio dove Kennedy aveva sostato provenendo da Dublino e prima di andare a Roma. Una breve analisi del rapporto tra Rol e i Kennedy, così come con gli altri presidenti americani, si può trovare nel nostro L’Uomo dell’Impossibile, pp. 595-596, dove tra l’altro facciamo notare che l’unico Kennedy che varcò probabilmente la porta di casa Rol, nel 1961, è stato il fratello Bob (il quale, occorre ricordarlo, è stato anche lui assassinato, nel 1968).

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FEBBRAIO 2013
Il 10 febbraio si è tenuta una conferenza su Rol presso la Biblioteca Civica di Ceva, in provincia di Cuneo. Dal momento che è stato messo in rete il video, vale la pena riproporlo qui, al fine di fornire qualche commento utile. Vi hanno partecipato alcuni dei testimoni di Gustavo Rol (Piergiorgio Manera, Giovanna Demeglio, Arturo Bergandi, Chiara Barbieri, Simona e Ruggero Galeotti), che già a vario titolo avevano raccontato in precedenza la loro esperienza. È un peccato che siano sempre le stesse persone a parlare di lui, e che gli altri testimoni non facciano uno sforzo per partecipare a questi piccoli eventi locali che hanno comunque una importante funzione divulgativa. Tanto più che da locali possono diventare nazionali non appena qualcuno dei presenti (come in questo caso, che ringraziamo) mette sul web un filmato.


Ricordando Gustavo Adolfo Rol (Ceva 10-02-2013...


Ricordando Gustavo Adolfo Rol (Ceva 10-02-2013...

Quello che ci interessa qui è quanto di inedito è stato detto, così come eventuali errori da correggere (quando si parla in pubblico a braccio sono spesso inevitabili) per evitare che altri li ripetano.
In genere, gli errori sono riferibili a ricordi non diretti del testimone, quando cioè riferisce fatti che ha letto o ha sentito raccontare, ma non ha vissuto. Nel caso specifico, il dott. Piergiorgio Manera, che ha brevemente fatto un excursus biografico su Rol, è incorso nei seguenti errori:
1) (7'34") Riferendosi alla moglie di Rol (il cui nome corretto è Elna Resch-Knudsen), dice che «aveva 7 re in famiglia», mentre si tratta – come ha fatto scrivere lo stesso Rol a S. Secondo di Pinerolo sulla tomba di Elna – di «17 REGNANTI NELLA SUA FAMIGLIA»;
2) (8'12") Dice che Rol «parte, va a fare un viaggio che mi racconta, che era andato in India con Merle Oberon, era un’attrice del cinema muto, più degli altri amici, erano stati sei mesi fuori dall’Italia, con la nave in India, han fatto tutti sti giri e la moglie era a casa che aspettava… Torna prima della guerra…». Del viaggio in India con Merle Oberon si sapeva, tuttavia esso non avvenne prima della guerra, ma o alla fine del 1949 o all'inizio del 1950, questo perché Rol conobbe l'attrice americana solo nell'agosto del 1949 a Cap d'Antibes, poco tempo prima dell'incidente aereo – previsto da Rol – in cui perse la vita Giorgio Cini, fidanzato della Oberon, la quale non era «un'attrice del cinema muto», – se si esclude una breve comparsa in un film del 1928 – perché nel 1949 aveva già all’attivo la partecipazione a una cinquantina di film sonori (tra cui la candidatura all’Oscar nel 1935 con The Dark Angel) (sulla vicenda della tragedia aerea di Cini, si cfr. l'Appendice I del nostro L’Uomo dell’Impossibile);
3) (11'50") Dice che Rol aveva incontrato Mussolini «a Palazzo Venezia», mentre si tratta di Villa Torlonia (cfr. il nostro Il simbolismo di Rol, p. 43, dove dimostriamo che era stato il giornalista Renzo Allegri a scrivere erroneamente per primo Palazzo Venezia, e che Rol aveva invece parlato di Villa Torlonia);
4) (38'25") Dice: «La definizione che ha dato di lui Zeffirelli, che lo ha definito come una grondaia che raccoglie l’acqua dal tetto…». Non è una definizione di Zeffirelli (che eventualmente può avervi fatto riferimento) ma dello stesso Rol, che risale almeno al 1978, quando in una lettera indirizzata a La Stampa scrisse: «Mi sono definito la “grondaia che convoglia l'acqua che cade dal tetto", etc.» (03/09/1978, p. 3)

Commenti inediti interessanti di Manera sono invece i seguenti;

1) (13'50") «Quando lui faceva gli esperimenti la sera, voleva sempre un medico vicino, perché era vecchiotto, però anche quando era giovane, visto che queste cose gli provocavano stress, aveva paura e se c’era un medico si sentiva più sicuro».
2) (17'52") A proposito del rifiuto di Rol di entrare nella predestinata stanza n. 8 dell'Ospedale Molinette, Manera riferisce questo particolare inedito: «Io ho preso un pezzo di scotch e gli ho scritto un altro numero, gli ho scritto… – non mi ricordo più che numero era – e gli ho scritto “bis”». Nonostante questo Rol non volle entrare.
3) (43'50") «Un amico che – mi raccontava – aveva i calcoli della colecisti, lo avevano ricoverato per operarlo, lui è andato a trovarlo, e gli ha messo una mano sulla pancia e [dice]: “Fatto, fatto, fatto”, e ha detto: “Guarda, prima di farti operare, fatti fare un’altra lastra”, e i calcoli non c’erano più, non l’hanno operato e se ne è andato a casa».
4) (44'10") «Lui per guarire le persone, in altri casi, faceva i “soffioni verdi”. Quando l’ho conosciuto io [nel 1986] però non li faceva più perché aveva anche l’ernia. Allora, lui soffiava forte qui nel collo, e pensando al colore verde, alla quinta musicale e al calore, riusciva a far passare il mal di testa… queste piccole cose, riusciva a curare così la gente. Quando l’ho conosciuto io però poi non li faceva più perché diceva: “C’ho l’ernia, quando soffio mi esce l’ernia, è meglio lasciar perdere”».

Notiamo poi (49') una “classificazione" che Rol ha comunicato a Manera per semplificare la sua idea (che non era sua se non nel nome) di “spirito intelligente”, ovvero che «esistono tre gradi secondo Rol dello spirito: lo “spirito intelligente”, lo spirito istintuale, e lo spirito più basso, che è quello delle cose. Lo spirito intelligente è quello dell’uomo, perché l’uomo ha il libero arbitrio, lo spirito istintuale è quello degli animali (…), e poi c’è un grado più basso dello spirito che è quello della vegetazione, della natura… Tutto questo rimane… quando le cose finiscono il loro spirito rimane…».

Quanto alla questione di “ripetere la prova della vita”, che non è la reincarnazione, vi ritorneremo in altra sede.

In merito alla testimonianza di Giovanna Demeglio, di inedito vi è (33'25") un complemento all’episodio VI-9 citato in L’uomo dell’Impossibile, ovvero il racconto della “sfera” tratto da un articolo su Astra di Paola Giovetti. La Demeglio fa sapere che quella sfera Rol «alla fine l’ha donata a me... Questa sfera è settecentesca, ed era in vetro soffiato e argentata all’interno, che con linguaggio popolare si chiamano argenti poveri. E questo serviva per metterla al centro di una stanza, che rispecchiava tutta la stanza, come adesso fanno nelle discoteche che ci sono le [luci] psichedeliche, queste palle che girano, e questa trionfa nel mio negozio».

Nel secondo video, di inedito vi sono due complementi a testimonianze già note di Chiara Barbieri, ovvero:

1) (23'15") Complemento all’episodio X-17 (L’uomo dell’Impossibile): «Quand’ero piccolina avevo un coniglio e una nonna tedesca, la quale diceva che io amavo troppo gli animali, e mi ha fatto cuocere il mio coniglio. Questo ve lo dico perché io c’ho sessant’anni, e da quando avevo cinque anni io non mangio coniglio… Io guardavo il menu, dicevo:  “Francesca, portami questo”. Mi arrivava il coniglio, ed è un piatto che in quel ristorante non fanno, non hanno mai fatto, proprio non c’è nel menu della Pace. E io dicevo: “Ma, Francesca, ma cosa mi hai portato?” Lei diceva: “Moh…” perché anche lei non aveva preso quella [ordinazione]. E lui di là mi diceva: “Ca mangialo, quel fa pi bim” [mangialo che fa più bene], e dicevo: “Ma dutur a pias nen“ [Ma dottore, non mi piace] “Ca lu manj istess” [lo mangi lo stesso]».
2) (24'30") Complemento all’episodio XXXIV-31 (L’uomo dell’Impossibile): «Una sera [Rol] era con dei russi, e questo [ovvero Rol] parlava russo. Ma come fa a parlare russo? Parlava russo, era lì che parlava con questi qua… Io mi alzo per prendere un’arancia..., etc.».

Un ultimo commento: Ruggero Galeotti (34') riferisce che Rol gli aveva detto: «Le cose e i soldi diventano tuoi nel momento in cui tu li dai agli altri». Ora, come già abbiamo avuto modo di commentare nelle news di giugno e luglio 2012, il pensiero di Rol su se stesso era: «...so di non possedere neppure ciò che dono». La dichiarazione di Galeotti ci fa capire, come a suo tempo quella di M.L. Giordano, che esistono presumibilmente due livelli di consapevolezza in relazione a quanto doniamo, e che il primo stadio – quello che ci rende “proprietari” dei beni solo quando li doniamo – è una maniera, da un lato, per elevare spiritualmente l'individuo distaccandolo da ciò che gli appartiene, dall'altro un incoraggiamento a dare e a fare del bene al prossimo. Quindi, un atteggiamento senz'altro utile sia spiritualmente che socialmente. Tuttavia non si tratta che di una condizione che deve portare al grado successivo, più profondo, che implica la totale assenza di aspettativa di possesso sia in questo che nell'altro mondo. La cosa non è molto diversa da chi fa il bene su questa terra in funzione di ottenere qualcosa dopo la morte (exotericamente: accedere al Paradiso). Fare il bene senza aspettarsi nulla in cambio, sia ora che dopo, è invece la massima forma di altruismo e di distacco dalla materia, ed è una delle caratteristiche del liberato in vita (jivanmukta).
Possiamo presumere che Rol tentasse di sollecitare gli altri quantomeno al primo grado, quale precondizione per poter successivamente pervenire al secondo, riservato comunque solo a pochissimi.
Rol: «Io ho nulla perché ho tutto: ho tutto perché ho nulla!»

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Desideriamo segnalare un libro che consideriamo una pietra miliare in quello che dovrebbe (e dovrà) essere l'approccio scientifico del XXI secolo. Si tratta di Le illusioni della scienza (The Science Delusion) del biologo britannico Rupert Sheldrake (Urra, 2013). Nessuno prima di lui ha analizzato in maniera tanto chiara e argomentata i limiti della comunità scientifica attuale e i loro dogmi, l'irrazionalità e l'ignoranza dei cosiddetti "scettici" e la presunzione dei materialisti che ammettono solo ciò che i loro sensi approvano. Sheldrake è un vero scienziato, sia per le sue competenze che per il suo approccio alla conoscenza VERA della Natura. Ci troviamo con lui in piena sintonia, anche nella prospettiva di inquadrare il “caso Rol" su basi rigorosamente e autenticamente scientifiche, oltreché spirituali.

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GENNAIO 2013
Grazie a YouTube possiamo finalmente assistere ad un filmato che avevamo cercato nelle Teche Rai senza trovarlo. Esso risale ad ottobre 1978, andò in onda su RAI1 nel programma della domenica TG L'UNA. Si tratta di quella che è passata alle cronache come la sfida del prestigiatore Silvan a Gustavo Adolfo Rol... Abbiamo ora ulteriori elementi per giudicare per quali ragioni Rol non avesse avuto alcuna intenzione di incontrare Silvan, che non era, come affermano gli scettici, perché era un illusionista (Rol invitò a casa sua Alexander e Binarelli), ma perché era troppo pieno del suo ego...

L'atteggiamento di Silvan sembra l'eco di una storia antica...: «Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: “Se sei figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane”», oppure «Se tu sei figlio di Dio, scendi dalla croce»...
Quando Gustavo Rol seppe di questa “sfida“, ne rimase molto amareggiato e sconsolato. Così la giornalista Giuditta Dembech riferiva:

«Riguardo alla sfida lanciata da Silvan, sappiamo che mentre andava in onda la trasmissione, lo studioso era a letto con una febbre che lo tormenta da alcuni mesi; glielo abbiamo comunicato il giorno seguente, facendogli presente che avrei scritto un articolo rovente in merito.“L'errore che ha compiuto Silvan mi ha detto è già di per sé un grave addebito che grava su di lui, è inutile infierire maggiormente con altre parole”». (Silvan sfida Rol, Torino Playtime, 02/12/1978)

Il principe degli scettici e fondatore del Cicap, Piero Angela, nel suo Viaggio nel mondo del Paranormale (Mondadori, Milano, pp. 335-336) nell'edizione del 1979 scrive:

«Il nostro bravo Silvan ha cercato invano di farsi ricevere da Rol. Ha persino rifatto in televisione alcuni suoi “esperimenti” (come per esempio una firma tracciata in aria che appare misteriosamente su una carta in un mazzo sigillato).
Lo ha anche publicamente sfidato, mostrando in una trasmissione televisiva (TG l'una) una straordinaria “lettura in un libro chiuso”, ancora più inspiegabile di quelle che fa Rol: questo “esperimento” è stato interamente filmato, e il giornalista Stinchelli ancora oggi si chiede come sia possibile un trucco (e ciò conferma che non basta la cinepresa per capirlo).
Allora perché Rol non vuole permettere che Silvan, o un altro esperto, assista a una sua seduta?»

Come ripetiamo alla nausea sia in questo sito che nei nostri libri, Rol non ha mai avuto problemi a mostrare anche a degli illusionisti, professionisti e non, i suoi esperimenti, e nessuno di loro ritiene che facesse ricorso a qualche tipo di trucco.
Silvan semplicemente non era persona (spiritualmente) gradita... Si pensi ad esempio – lo abbiamo già riferito – a quanto da lui dichiarato a Porta a Porta nel 2003:

«…tutta la mia vita il mio interesse è stato quello della prestidigitazione annessa ovviamente a tutto quello che riguarda il paranormale. Ho conosciuto tanti di quei sensitivi in vita mia soprattutto per curiosità, ma anche per apprendere, perché se ci fosse stato qualcuno che avesse realmente posseduto queste doti, avrei cercato di impossessarmene».

Rol era un maestro spirituale dotato di carismi o siddhis, ovvero di “poteri” che erano solo un mezzo di convincimento di una realtà spirituale. La prima caratteristica per un aspirante “allievo” è l'umiltà... In nessun momento ci sembra che traspaia dal comportamento di Silvan.

Un altro illusionista che non ha mai incontrato Rol, Massimo Polidoro, il 21/09/2005 alla trasmissione Matrix, su Canale 5, dichiarava:

«Tutto quello che lui [Rol] faceva, Silvan lo può rifare in qualunque condizione».

Si tratta ovviamente di una dichiarazione patetica e ignorante, basta infatti leggere l'antologia da noi curata L'Uomo dell'Impossibile, per rendersi conto dell'assurdità di tale affermazione.

Vediamo ora come lo stesso Silvan raccontò questo episodio televisivo:

«È ottobre e Roma è inondata da una splendida giornata di sole. Il telefono squilla, dall’altra parte del filo Stinchelli, un giornalista di successo e titolare di una rubrica TV intitolata TG L’una. (…). Mi propone un’intervista per parlare delle varie branche della magia. (…). Chiedo il giorno, l’ora e in quale sede televisiva dobbiamo incontrarci. Mi risponde che preferirebbe lo studio di casa mia. (…). Il giorno stabilito… i tecnici Rai invadono il campo. E con eccessiva disinvoltura piazzano telecamere, fari e faretti, ombrellini, treppiedi e cavi elettrici dappertutto con lo scopo di illuminare al meglio l’ambiente. (…). Ora Stinchelli, appoggiato con noncuranza al bordo della mia scrivania di formica rossa, esclama: “Bene, possiamo incominciare? Azione!” Conversiamo amabilmente di magia, spiritismo, parapsicologia. A un tratto: Zac! Il suo aspetto cambia e con un atteggiamento provocatorio dice: “Ma lo sa Silvan che Rol, il famoso sensitivo di Torino, riesce a leggere in un libro chiuso?” Rispondo che, con tutto il rispetto per Rol, l’esperimento fa parte del repertorio di molti illusionisti. Non ho neanche il tempo di finire la frase che egli si volta di scatto e, concentrando la sua attenzione in un settore della mia biblioteca, afferra un volume, mi guarda con un tono di sfida e l’espressione melliflua, sicuro di prendermi in castagna e farmi inciampare. Poi, con candore, dice: “Silvan, lei è un grande mago. Vediamo se è capace di leggere come Rol, il contenuto di questo libro senza vederlo”. Siamo in diretta differita, sento il sangue gelarmi nelle vene, perché so che la lettura in un libro chiuso o nascosto avviene solamente dopo che lo stesso passa per mano del sensitivo. Un attimo di panico. Devo mantenere la calma e trovare, nella frazione di pochi secondi, un escamotage, un espediente, una soluzione che mi consenta di gestire al meglio la situazione. Consapevole e conscio di essere nel mirino della telecamera che riprende l’azione. Respiro profondamente, con teatrale impostazione, e parlando adagio rispondo: “Bene, presumendo che l’opera che lei ha in mano contenga, a stima, 2-300 pagine, mi dice un numero dall’uno al trecento?” “159” risponde lui. “Perfetto. Ora sfogli il libro alla pagina corrispondente. Guardi una parola a caso. Ecco, meglio la quinta parola dell’ultima riga, va bene?” Egli acconsente con il capo ed esegue. “Ora lasci sulla pagina il suo dito come segnalibro per verificare alla fine l’esattezza e lo chiuda”. Non posso assolutamente conoscere la sua scelta. “Si concentri sulla parola, la prego”. Cercando di sfoderare la summa di tutte le mie astuzie verbali proseguo: “Ecco, vedo un’immagine un po’ sfocata, una figura geometrica composta di molti quadretti. Mi ricorda un biscotto… piatto, friabile… le gallette che si distribuiscono al rancio dei militari. Sì, s’ è una griglia. Ora vedo chiaramente, sono delle sbarre incrociate di una prigione, di una cella. Sì. La parola è cella, è vero?” Il volto ammutollito di Stinchelli sbianca: per l’emozione nervosamente sormonta il labbro inferiore sul superiore, strabuzza gli occhi, guarda i tecnici stupiti, meravigliati, e quasi balbettando: “Non è possibile. È incredibile. Ho la pelle d’oca… Come ha fatto? Silvan dica la verità: lei è veramente un mago! Perché lo nega?” Apre il libro e mostra alla telecamera in primissimo piano la parola: cella. Fine delle riprese. Sono le 18,30. Stinchelli disponibile, affabile, soave, gentile, mi saluta abbracciandomi. Il giorno dopo in TV, alle 13,20 su Raiuno, va in onda la sintesi di questo servizio con il titolo inventato machiavellicamente, e senza la mia autorizzazione, da Stinchelli: “Silvan sfida Rol”. 14 milioni di telespettatori». (Silvan, Due eventi prodigiosi, in Magia, pp. 140-142, n.3, 2005).

L'illusionista Massimo Manca nel 2001 commentò: «La famosa “telefonata” di Silvan che sfidò in televisione Rol rappresentò da parte del decano dei maghi italiani uno stunt pubblicitario che ovviamente il sensitivo torinese non raccolse (…).» (La voce scettica, 11/10/2001).

Silvan ottenne quindi ciò che gli stava più a cuore: pubblicità. Ciò che Rol ha invece sempre aborrito e rifuggito, perché lo Spirito non è un fenomeno da baraccone.

La nostra analisi del “caso Silvan” non è che un sunto. Ci sarà modo di parlarne più approfonditamente in altre circostanze.

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Qui di seguito il servizio dedicato a Rol dal programma Voyager (tratto da YouTube).

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A dicembre 2012 abbiamo aperto un account TWITTER @franco_rol, che servirà principalmente per avvisare delle novità di queste pagine e in generale su Gustavo Rol e le tradizioni spirituali, mentre a gennaio 2013, al seguito anche del vasto interesse suscitato dal programma Voyager, abbiamo ritenuto utile aprire un account @Gustavo_Rol, dove collocare insegnamenti e massime del Maestro (abbiamo inaugurato con un centinaio di tweets). Speriamo che anche questa iniziativa sia utile per comprendere il suo pensiero.

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Come annunciato più sotto, nel programma Voyager si è parlato di Gustavo Rol. Sono già molti anni che il conduttore Roberto Giacobbo si interessa di lui, sia in Tv che nei suoi libri. Il primo servizio risale al 31/12/2001, quando conduceva Stargate su La7, e sempre a Stargate ne aveva parlato il 21/03/2002. Voyager si era occupato di Rol invece in poche occasioni e per breve tempo, nell'ambito di altri servizi, l'unica che merita di essere ricordata è quella del 19/07/2005, dove negli ultimi minuti di trasmissione Giacobbo riferisce un prodigio a cui lui stesso ha assistito insieme a un cameraman e a un'altra testimone (si veda qui). Con Voyager del 21/01/2013 Giacobbo ha voluto dedicare un servizio, per quanto compresso in 30 minuti, il più esauriente possibile, e da un punto di vista divulgativo certamente c'è riuscito. Prima di entrare nei particolari, vogliamo quindi ringraziare sia lui che la redazione. Ciò che a noi ora interessa, è sapere che cosa di inedito si è detto, che cosa si aggiunge alla già ricca bibliografia rolliana. Emerge su tutte la testimonianza di Filippo Ascione, sceneggiatore, scrittore, assistente alla regia per i film di Federico Fellini Ginger e Fred (1985) e Intervista (1987). Vediamone una parziale trascrizione:

«Un esperimento a cui io ho assistito, per esempio, c’era su un tavolo... non so, un portafiori piuttosto che un portacenere, e questo piano piano scompariva… fibrillando proprio… scompariva disintegrandosi in questo spazio». «Quell’esperimento era un modo per dire: esistono queste cose, adesso però parliamo di te, vediamo come possiamo risolvere il tuo problema. Quell’esperimento era soltanto l’introduzione, per poi darti un messaggio più profondo, per aprirti, e far entrare più direttamente il suo insegnamento, che era sempre poi un insegnamento che acquietava l’anima».

«Una volta, sempre per telefono, dopo una lunga chiacchierata, mi disse: “Vai nella libreria, prendi un libro qualsiasi dal secondo scaffale”. Dico: “Ma quale?” “Quello che vuoi tu. Però è importante che tu vai a pagina 77” – che è un numero per me abbastanza importante. Per cui apro un libro, vado alla pagina 77, e trovo un foglio piegato in quattro, con la scrittura di Rol, materializzato con un messaggio suo dentro. E Rol non era mai stato a casa mia. Non era mai stato neanche a Roma da non so quanti decenni... che non veniva a Roma. E questo foglio… c’era un messaggio preciso di un episodio della mia vita in quel momento abbastanza significativo con una spiegazione di quello che mi stava succedendo, e dopo tanti anni lo ripresi, e c’era un altro messaggio. Quello che era rimasto era solo la sua firma, giù, ma quelle quattro righe erano cambiate».

Ascione poi fa riferimento a un film che Rol aveva sconsigliato di fare a Fellini, riguardante il Don Juan di Carlos Castaneda. In realtà, egli ha fatto confusione con il più famoso film-mai-fatto della storia del cinema, ovvero Il viaggio di G. Mastorna, la cui sceneggiatura iniziale era stata preparata da Dino Buzzati. Fu questo il film che Rol sconsigliò Fellini di fare, o meglio, chiese a Fellini che fosse cambiato il finale, e Fellini si rifiutava, fino a che tutto cominciò ad andar storto, con sincronicità negative a tratti inquietanti, e il progetto venne sospeso. Parleremo di questa complessa vicenda nel nostro prossimo studio. Comunque, Castaneda è legato a Rol per ragioni che avremo occasione di riferire a tempo debito, e comunque abbiamo già anticipato qualcosa nella postfazione scritta per il libro di Giorgio di Simone, Oltre l'umano. Gustavo Adolfo Rol, nella nuova edizione del 2009. Che Ascione si sia confuso lo dimostra anche un articolo dell'agosto 2012 sul settimanale del Corriere della Sera, Sette, una intervista che integra quanto da lui detto a Voyager.

L'altra testimonianza interessante del programma è stata certamente quella di Franco Zeffirelli, il quale purtroppo per l'età avanzata ha potuto raccontare solo brevi lampi episodici. L'unico inedito del suo racconto è l'impulso dato da Rol ad intraprendere il film Romeo e Giulietta (1968). Dello sceneggiato televisivo Gesù di Nazareth (1977) già si sapeva, anche se non si sapeva che inizialmente Rol avesse suggerito un film sulla Sindone di Torino. Tra le belle parole di Zeffirelli, citiamo le ultime dell'intervista:

«Voglio che sappia – dove lui è – che gli voglio molto bene, che gli debbo tanto, tanto del buono che ho fatto nella vita».

Circa le altre testimonianze, quella di Vittorio Messori era già nota (anche se quanto dice del problema alle coronarie diagnosticato da Rol è in parte inedito), così come quelle di Domenica Fenoglio e Aldo Provera, le cui interviste risalgono al periodo di Stargate, al 2002 o al 2003 (Provera è mancato il 31/03/2004).

Infine, non stupisce che lo psichiatra di Fellini, Ignazio Majore, autore di numerose pubblicazioni, anche lui intervistato, abbia dichiarato il suo scetticismo su Rol, convinto che Fellini in qualche modo subisse la sua fascinazione e ne fosse suggestionato. È forse il caso di dire che, come praticamente tutti gli scettici, Majore non ha mai visto gli esperimenti di Gustavo A. Rol?

p.s. l'unico suggerimento da noi dato che è stato recepito dal programma è stata l'intervista a Zeffirelli. Si sarebbero potuti intervistare altri testimoni interessanti, si spera in una prossima stagione.

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Il programma Voyager, su RAI2 lunedì 21 gennaio, trasmetterà un servizio esteso su Gustavo A. Rol. Gli autori della trasmissione ci contattarono a Novembre per avere degli orientamenti, speriamo che siano stati colti. Chi scrive non ha partecipato alle interviste perché non presente in Italia.

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È disponibile la terza edizione de Il simbolismo di Rol, di Franco Rol, che si è resa necessaria per ragioni commerciali. Rispetto alle edizioni precedenti di nuovo c'è:

1) Il formato, leggermente inferiore per venire incontro agli standard italiani, con conseguente aumento di pagine;
2) Bibliografia aggiornata al 2012;
3) Una breve postfazione, che menziona sinteticamente le scoperte da noi riferite nel nostro secondo studio (Franco Rol, L'Uomo dell'Impossibile. Esperimenti, prodigi, miracoli di Gustavo Adolfo Rol, 2012);
4
) Il codice ISBN, precedentemente internazionale, ora italiano.

L'edizione cartacea, oltre che sui siti lulu.com e amazon.it (qui controllare che sia l'edizione 2012 e non 2010), può essere ora acquistata anche su ilmiolibro.it e laFeltrinelli.it.
L'eBook può invece essere scaricato come sempre direttamente dal nostro sito, con allegato il documento audio Conversazioni con Gustavo Rol.

NOVITÀ: coloro che avessero scaricato una edizione precedente dell'eBook possono scriverci a: archivio@gustavorol.org, menzionando il numero e la data della transazione Paypal, provvederemo a inviare un link per scaricare gratuitamente la nuova edizione.

Il libro può essere ordinato anche in qualsiasi libreria Feltrinelli (33 euro) così come – a prezzo scontato (29 euro) – presso le librerie Arethusa e Fenice di Torino, dove è disponibile anche il CD audio (10 euro).

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