NOVEMBRE 2012 * * * * * * * LUGLIO 2012 «Resta un curiosità: l’autore riporta in eisergo una frase - celeberrima - che attribuisce a Rol: “Io ho ciò che ho donato”. Non dubitiamo che l’abbia usata, ma sicuramente non per primo e non da solo. Insomma, negli anni di Rol (1903-1994) non era tanto originale, considerato l’imbarazzante copyright d’annunziano: è infatti com’è noto uno dei motti più amati dal Vate, e sta scritto al Vittoriale, nella versione “Io ho quel che ho donato”. Copyright, poi, si fa per dire, perché di un prestito da Seneca si tratta. Il filosofo romano la attribuì a Marco Aurelio, nel suo bel latino: “Hoc habeo, quodcumque dedi”. Difficile credere che Rol ne fosse all’oscuro. A meno che, da medium qual era, abbia infranto (come dice ancora il risvolto di copertina), anzi scardinato,“le regole del tempo”.» É forse il caso di far notare a quali speculazioni si può giungere a causa della più banale disinformazione? Questo dimostra altresì quanto sia necessaria prudenza nel fare citazioni decontestualizzate, come è il caso di questa affermazione di Rol nel libro di Bonfiglio. * * * * * * * In attesa di pubblicare uno studio completo sulla questione che ha contrapposto gli scettici a Rol, pensiamo possa essere di qualche interesse uno scritto di Franco Rol del 2010 pubblicato in un testo a limitata diffusione, e che desideriamo rendere accessibile in questa sede. Si intitola «Alle soglie di un nuovo paradigma? Il “caso Rol"», e contiene in sintesi le testimonianze chiave dei prestigiatori che hanno conosciuto Rol, così come le opinioni critiche di Piero Angela e Tullio Regge, con la necessaria controcritica. * * * * * * * GIUGNO 2012 “Un misterioso scrittoio senza alcun valore apparente. Ecco cosa riporta a Torino Richard Setti, un antropologo italo-americano che collabora con l'FBI. Ma cosa lo aspetta davvero? Una serie di delitti ispirati alla Passione di Cristo, un vecchio amico ispettore che indaga sulla misteriosa catena di omicidi e un improvviso amore per una ragazza salvata da alcuni balordi. Ma il destino di Richard sembra essere strettamente legato al ritrovamento di una lettera sorprendente, custodita all'interno del vecchio mobile, che farà incontrare il suo animo razionale con l'aura magica e penetrante di Gustavo Rol ... ” Trama avvincente e dinamica, la figura di Rol è assai ben rappresentata, fedele alle varie sfumature del personaggio così come emerge dalle varie biografie. Vorremmo
fare soltanto una precisazione in merito alla citazione all'inizio del
libro, una affermazione che viene attribuita a Gustavo Rol, ovvero: “Io ho ciò che ho donato”. «Perché s'è definito “grondaia che convoglia l'acqua stillante sul tetto”?» Quindi, la frase della Giordano diventerebbe quantomeno: “Io non ho quel che ho donato” ... cui farebbe eccezione solo la citazione che abbiamo messa in apertura al nostro sito: «L'amore che doniamo è la sola ricchezza che conserveremo per l'eternità», affermazione di Rol anch'essa riportata dalla Giordano. Può comunque ben darsi che, legata a quest'ultima, l'affermazione sull'"avere ciò che si è donato" sia giustificata, ma solo in questo specifico senso. * * * * * * * Ora "Gustavo Rol" è anche un brano musicale, del gruppo "Le Maschere di Clara". Qui sotto una performance live, mentre l'originale con la voce di Rol all'inizio può essere ascoltata sul loro sito, qui.
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